ROLEX SEA DWELLER 1665

L’EVOLUZIONE

 

 

Testo ripreso dal librettino pubblicitario dell'epoca: "L'esplorazione sottomarina si è sviluppata in modo spettacolare negli ultimi anni. Per raggiungere delle

profondità sempre maggiori e per poter lavorare rimanendo in acqua, l'uomo ha costruito delle campane, dei cassoni, persino delle casse. In questi abitacoli, gli specialisti vivono in un'atmosfera artificiale, costituita da certe miscele di gas, generalmente con una forte percentuale di elio. Le molecole particolarmente sottili e leggere di queste miscele si infiltrano lentamente nell'orologio, senza pertanto alterarne il funzionamento. Inversamente, al momento della decompressione dovuta alla risalita, la miscela di gas deve poter fuoriuscire rapidamente per non provocare l'esplosione dell'orologio. Per questo motivo, la Rolex ha munito di una valvola brevettata "gas escape valve" (valvola di sfogo) il suo modello più recente Oyster: il cronometro Sea-Dweller, garantito impermeabile fino a 610 metri di profondità".

Alcuni prototipi 1665 non avevano né la scritta all’esterno del fondello né la valvola per l’espulsione dell’elio laterale.

Il prototipo recava una singola scritta “Sea Dweller” di colore rosso. Nel quadrante venne riportata la profondità massima che era già stata raggiunta con l’orologio nei test, 500M-1650FT.

Questi rari prototipi non vennero mai messi in commercio, ma solo consegnati a varie società di immersioni o a singoli divers verso la fine del ’67 inizi ’68 per i test. Uno di questi prototipi Sea-Dweller a singola scritta, senza la valvola e senza incisioni all’esterno del fondello, è stato donato a Robert Palmer Bradley nel novembre del 1968 dalla Westinghouse, società di ricerche subacquee, per il suo contributo come diver nell’impresa DEEPSTAR 4000

Qui un’immagine del leggendario 1665 di Robert Bradley (figura 1).

 

fig. 1 (courtesy of bjsonline.com)

 

Solamente l’esemplare di Robert Palmer Bradley, e pochissimi altri, possono essere considerati il “vero prototipo”, per il fatto che tutti gli altri 1665 "monoscritta" consegnati dalla Rolex alle compagnie d'immersione furono dotati di valvola laterale e di scritta esterna sul fondello. Sul dorso del fondello dei primi 1665 con valvola, incisa tramite un particolare procedimento di elettroerosione, vi era la scritta "Oyster Gas Escape Valve" ed opposta a questa in mezzo a parentesi: "(Patent Pending)", perché ancora in attesa di brevetto. Il fondello internamente portava il punzone IV.67 (fig. 2).

 

fig. 2: prima versione di fondello per cassa con valvola (patent pending)

 

                                                                             Vedi la particolare grafica del prototipo 1665 (fig. 3)

 

fig. 3: particolare della grafica del prototopo.

 

Testimonianza di "monoscritta" con valvola ad elio laterale ed incisione sul fondello, la troviamo pubblicato a pag. 158 del libro "Rolex Submariner Story" edito da Mondani-Ravagnani. Il numero seriale è 1.602.922. Un altro esemplare con seriale 1.602.931 e valvola ad elio, lo troviamo nel catalogo dell'asta di Antiquorum dell'11 Novembre 2012. Con questa stessa tipologia di grafica a singola scritta rossa, ne furono prodotti altri pochissimi esemplari, sempre a scopo di test e distribuiti a varie società subacquee, con seriali di cassa intorno al 1.84x.xxx. In foto l'interno del fondello (fig. 4).

 

fig. 4: interno di fondello senza seriale pantografato.

 

Diversa invece questa tipologia di quadrante (mk0). La scritta rossa non è più disposta su una singola riga, bensì su due righe. Alla parola "Sea Dweller" farà seguito "Submariner". Apparso sul catalogo dell’asta di Antiquorum, può essere considerato il progenitore del doppia scritta rossa, per il fatto di presentare la profondità "2000ft=610m" che verrà ripresa nelle grafiche successive. Prodotto anch'esso in ben pochi esemplari. L'esemplare in questione riporta seriale 1.719.770 (fig. 5), pubblicato a pag. 159 del libro "Rolex Submariner Story", ha cassa con valvola ad elio e fondello con incisione esterna. 

 

fig. 5

 

Successivamente a queste due prime varianti, troviamo quattro diverse grafiche di produzione più due di post produzione (fornitura). Queste grafiche vengono chiamate in gergo collezionistico “Mark”.

La prima grafica (Mark I per interderci) risale alla fine 1967. Le casse hanno seriali di cassa progressivi a 1.718.5xx, 1.720.9xx, 2.117.4xx e 2.128.2xx (4 lotti). La prerogativa di queste versioni successive fu l’aggiunta del numero “2000” al fianco della parola “submariner” (fig. 7 e 8).

 

fig. 7 Mark I

 

fig. 8

 

Il cliché del Mark I aveva la particolarità di avere la vernice di colore rosso appoggiata su una base bianca. Non di rado questa scritta virava dal rosso all’arancio, fino, alle volte, a divenire completamente bianca. Il fondo del quadrante era semilucido. Altro tratto caratteristico era l’avere la stessa altezza delle due scritte rosse. Generalmente la cassa era dotata di valvola per l’elio, ma ne sono stati rinvenuti modelli anche senza.

Esempio di un quadrante Mark I, con scritte rosse sbiadite e quasi del tutto bianche (fig 9).

 

 

fig. 9

 

fig. 10: particolare della corona del Mark 1

 

Il fondello di tutti i Mark I (eccezion fatta per le casse senza valvola) portava la scritta “OYSTER GAS ESCAPE VALVE (PATENT PENDING)” in circolare e la scritta “ROLEX” di traverso (fig. 11a). All’interno del fondello vi erano, oltre la referenza 1665 e la data IV.67, anche le ultime tre cifre del seriale di cassa (fig. 11b).

 

fig. 11a

 

fig. 11b

 

Per pochi mesi, fino ai primi mesi del 1968 furono prodotti circa 115 esemplari di Mark I, consegnati a divers di grandi società di immersioni in differenti parti del mondo, con lo scopo di testare il nuovo Sea-Dweller e di relazionare la Rolex sui risultati ottenuti. Alla consegna della relazione alla Rolex, quest'ultima donava l'orologio al diver che ne diveniva possessore. Altri 100 circa vennero venduti, non si sa se attraverso concessionari o direttamente.

Essendo 3 i lotti, stimo una produzione di 250-300 circa pezzi in totale di MK1.

Sul retro il punzone singer. (fig. 12).

fig. 12

 

La prima versione di quadrante 1665 prodotta per la vendita fu il Mark II. Per la grafica del quadrante di quest’ultimo venne utilizzato un clichè diverso. A causa del particolare tipo di miscela usata per il fondo del quadrante, il nero tendeva con il tempo a virare fino ad assumere un colore più sfumato, tendente al marrone cioccolato (fig. 13a e b, 14 e 15). Il punzone sul retro ancora una volta Singer.

 

  

fig. 13a

 

fig. 13b

 

 

fig.14

 

 

fig. 15

 

I seriali di cassa del Mark II li troviamo da 1.719.7xx, a 2.930.4xx in circa 8 lotti. Quindi dalla fine del 1967, ai primi mesi del 1972. A mio avviso la presenza del MkII termina con la cassa bassa. Molto interessante la cassa recentemente rinvenuta con quadrante mkII e seriale 1.721.685, sprovvista di valvola ad elio ed incisioni esterne (fondello con punzone data IV.67 e assenza del seriale pantografato all'interno).

Eccezion fatta per i lotti di casse con seriali 1.718.5xx, 1.720.9xx, 2.117.4xx, 2.128.2xx e 2.247.9xx tutti i fondelli 1665 non presentano più esternamente la scritta “Patent Pending” ma “Rolex Patent”. In foto la versione assai meno rara dell’esterno del fondello per doppia scritta rossa appartenente a questo range di seriali (fig. 16).

 

fig. 16

 

I MarkII avevano fondelli con data IV.67. Gli ultimi li troviamo con fondelli I.72.

I 1665 dalla fine del 1971 vennero equipaggiati col nuovo calibro 1570 modificato (19800 alternanze/ora e lo stop dei secondi), a differenza dei primi 1665, equipaggiati col vecchio calibro 1570 senza lo stop dei secondi.

I fondelli dei MarkII (sia “patent pending” che “rolex patent”) riportano all'interno, come il suo predecessore Mark I, gli ultimi tre numeri del seriale di cassa pantografati, insieme alla referenza e alla data.

Tutte le casse con fondello “Patent Pending”, come le primissime con fondello "Rolex Patent”, fino al seriale 2.930.4xx, avevano dimensioni minori, una minor altezza dei fianchi e spallette più appuntite (fig. 17a e b). Nell'immagine 17c e d un esempio di cassa alta.

 

      

fig.17a e b: cassa bassa

 

  

fig. 17c e d: cassa alta

 

Nel 1972 la grafica del doppia scritta rossa cambiò un’altra volta (Mark III) con seriale di cassa compreso tra 3.066.3xx e 3.580.7xx, 7 lotti circa.

Oltre il diverso cliché usato, rispetto al Mark II, la particolarità del Mark III sta nel fatto di avere la scritta rossa appoggiata direttamente sul fondo del quadrante. Proprio per il fatto che il fondo nero tendeva ad assorbire parte della vernice, la scritta rossa appare molto cupa e poco lucente. Il 6 è ancora aperto, come nei suoi predecessori, con graziatura della scritta rossa meno pronunciata. (fig. 18, 19 e 20).

 

fig. 18

 

 

fig. 19. Particolare della grafica del Mark III

 

Fig. 20. Sul retro del quadrante il punzone della Beyeler.

 

I fondelli del Mark III avevano esternamente la stessa incisione “ROLEX PATENT” dell’ultima generazione dei Mark II. La data riportata all’interno era I.72 (fig. 21). Avevano pantografato al loro interno le ultime tre cifre del seriale di cassa, anche se vi è la possibilità di trovarne alcuni privi, intorno al seriale 3.5xx.xxx.

 

fig. 21

 

L’ultima tipologia di grafica di produzione e anche la più comune (Mark IV) la ritroviamo a partire dal 1974 con seriali di cassa che vanno da 3.770.3xx a 5.298.3xx in circa 18 lotti (1977). Questa grafica appare più granulosa della precedente e con il 6 chiuso. Un inconveniente di questa tipologia di quadranti era quella di avere la base nera che tendeva a saltare in prossimità della minuteria esterna (fig. 22, 23 e 24).

 

Fig. 22

 

Fig. 23. Particolare della grafica Mark IV.

 

 

Fig. 24: la corona Rolex nel Mark IV è molto aperta

 

Fig. 25. Retro del quadrante Mark IV di produzione Lemrich&Cie con codice 121 12221.

 

Per quanto riguarda i fondelli dei Mark IV ci possiamo trovare di fronte a due diverse tipoligie:

1) fondello ripreso dal Mark III con la presenza della scritta "ROLEX" di taglio all'esterno, seriale pantografato per intero all'interno (privo o meno della data I.72), con seriali che vanno da 3.770.xxx a 5.175.xxx (vedi fig. 26);

2) fondello di nuova generazione con scritta "ROLEX" circolare all'esterno (vedi fig. 26a). Questa tipologia di fondello ha la particolarità di riportare ancora al suo interno pantografato il seriale di cassa per intero (alcuni con il punzone della data I.72, altri senza). La troviamo fino al seriale di cassa 5.298.3xx. A mio avviso questo seriale rappresenta il termine ultimo per la presenza di un quadrante doppia rossa su cassa 1665 (fig. 26b).

 

Fig. 26. Interno del fondello MarkIV senza data.

 

fig. 26a. Esterno del fondello di un MarkIV ultima generazione.

 

Fig. 26b. Interno del fondello dell'ultima generazione di Mark IV.

 

Le ultime due grafiche di “doppiascrittarossa” sono di post produzione (fornitura) e venivano usate dai service Rolex in caso di sostituzione di quadrante danneggiato.

La grafica Mark V si distingue per il diverso font con cui si presentano gli “ft” e i “m”, questa volta in carattere italico. (fig. 27).

 

Fig. 27

 

Il Mark VI invece riporta una singola scritta rossa e la swiss a ore 6. Inoltre gli indici al tritio cedono il posto a quelli al luminova (fig. 28).

 

Fig. 28

 

Attuale grafica del doppiarossa usata dai centri service rolex in caso di sostituzione (fig. 29 e 30):

 

 

Fig. 29

 

Fig. 30. Particolare della grafica

 

Per quanto riguarda i bracciali, i primi 1665 avevano il bracciale ripiegato 9315 con finali 285 (385) ed estensione "pat. pend." (successivamente "pateted"), per poi montare, dal 1975 in poi, blindati 93150 con finali 585.

Nel 1977 fanno la loro apparizione i primi quadranti con grafica bianca. La caratteristica comune a tutte le varianti di grafica bianca è l’aver perso la scritta “submariner 2000”. Anche in questo caso vengono prodotte diverse varianti grafiche contraddistinte da piccole differenze nella stampa. 

Singolare questa tipologia di quadrante presente solamente nelle immagini dei libricini pubblicitari dell’epoca (fig. 31).

 

Fig. 31. Libricino pubblicitario del 1977

 

È considerata per la sua rarità una sorta di "pre-serie" dei bianchi. (fig. 32).

 

Fig. 32

 

La particolarità di questa grafica la si può riscontrare nella maggiore lunghezza della scritta “SEA DWELLER” rispetto alle grafiche successive e la caratteristica "ft" di derivazione dei quadranti "doppiarossa". Sul retro del quadrante il punzone "Lemrich&Cie". Ad oggi, si conoscono pochissimi esemplari di "Big White".

Tutti hanno in comune il seriale di cassa compreso tra il 5.175.4xx e il 5.175.6xx, fondello con scritta "Rolex" di taglio all'esterno e seriale riportato per intero al suo interno. Il fatto poi che abbiano seriali di cassa molto vicini tra loro, a loro volta molto vicini alla prima fornitura di quadranti personalizzati per la "Comex", lascerebbe supporre un ristrettissimo numero di esemplari prodotti (fig. 33 e 34).

 

Fig. 33. Particolare della grafica

 

Fig. 34. Particolare della grafica

 

La prima tipologia commercializzata la possiamo identificare come MK1. La caratteristica di questa grafica è quella di avere alcune similitudini con il precedente quadrante “pre-serie”, come ad esempio il tipico “ft” e “m”. La si trova a partire da seriali 5.287.0xx fino a seriali 5.697.2xx, per poi ricomparire su seriali 5.801.2xx, 6.014.6xx e 6.153.1xx, per un totale di 12 lotti (fig. 35 e 36).

 

Fig. 35

 

Fig. 36a. Particolare della grafica del MK1.

 

Fig. 36b. Altro particolare della grafica del MK1.

 

Il punzone sul retro è Beyeler (fig. 37).

Fig. 37

 

Tutti i fondelli grafica bianca non riportano più pantografato al loro interno il seriale di cassa, ma solamente il punzone della referenza 1665 (fig. 38). All'esterno troviamo la scritta "ROLEX" circolare, come sulla generazione di doppia scritta MarkIV (vedi fig. 26a). Intorno al seriale 5.287.0xx capita di trovare fondelli con la presenza del punzone data I.72 (fig. 38a).

 

Fig. 38

 

Fig. 38a

 

Con seriale compreso tra 5.721.5xx e 5.801.2xx in circa 5 lotti, troviamo la seconda tipologia di grafica bianca, anche comunemente definita “rail”. Le caratteristiche principali del MK2 sono la scritta ad ore 6 "T swiss T<25", gli indici della minuteria più lunghi quasi a toccare i pallettoni e l’allineamento che separa le due scritte inferiori, quasi a creare una specie di binario. Questa rappresenta la grafica “bianca” più rara e ricercata in ambito collezionistico, dopo quella del Big White (fig. 39 e 40).

 

Fig. 39

 

Fig. 40a. Particolare della grafica.

 

   

Fig. 40b. Altro particolare della grafica.

 

Fig. 41. Sul retro il punzone Stern, con la tipica stelletta e il codice G7-R943.

 

La terza grafica MK3, la troviamo dal seriale 6.177.2xx fino a 6.676.0xx. Questa tipologia è stata usata come base per la seconda serie di quadranti personalizzati per la Comex con profondità 610mt. Il punzone sul retro è Beyeler (vedi fig. 20) e anche questa ha la caratteristica di avere, come la grafica MK2, “ft” scritto in obliquo anziché in verticale (fig. 42).

 

Fig. 42

 

Fig. 42a. Particolare della grafica.

 

Fig. 42b

 

La grafica MK4, la ritroviamo dal seriale 7.014.9xx fino a fine produzione 8.1x.xxx (1983). È molto simile alla grafica MK3, a differenza del produttore, questa volta Lemrich & Cie (fig. 43 e 44).

 

Fig. 43

 

Fig. 44. Il retro Lemrich&Cie

 

La Rolex termina la produzione della referenza 1665 intorno al seriale 8.1xx.xxx, nel 1983.

Proprio su questi ultimi 1665, con seriale 8.1xx.xxx, è possibile trovare i fondelli con grafica come questa di fig. 45.

 

Fig.45. Particolare grafica dell'esterno del fondello di fine produzione.

 

Fig. 46. Interno del fondello di fine produzione con scritta "patented" fresata.

 

Negli anni ’90, finita la produzione del 1665, in sostituzione di quadranti rovinati, vennero utilizzati nei service i quadranti di prima fornitura, di produzione Beyeler, con ancora “swiss<25” a ore 6, ancora al tritio (fig. 47 e 48).

 

Fig. 47. Caratteristica della fornitura la f che si allunga quasi a creare un tettino alla vicina t.

 

Fig. 48a. Particolare della grafica.

 

Fig. 48b. Altro particolare della grafica.

 

Fig. 49. Retro Beyeler

 

Infine, come ultima fornitura, venivano forniti quadranti con punzone Rolex sul retro e "swiss" ad ore 6. Gli indici non sono più al tritio ma di luminova (fig. 50 e 51).

Fig. 50

 

Fig. 51. Retro Rolex

 

Il vetro utilizzato sulla referenza 1665 è il Tropic 39. La pronunciata bombatura trova la sua ragione nella maggiore resistenza alla pressione esercitata dall'acqua rispetto ad un vetro piatto.

Per quanto riguarda le corone, vennero montate le twinlock. Le triplock a partire dal 1970. 

di Federico VICENTINI